Aggiornato il Aprile 29, 2010 da clickcinema.it
Intanto sin dai primi minuti vengono inquadrate strane piante carnivore, chiaramente di plastica (!), dai movimenti poco rassicuranti e dalla crescita progressiva, in seguito si sviluppano a centinaia/migliaia in una forma a metà strada tra un ragno e un mostro tentacolare, in ricordo dei monsters-movie americani ani 50, con un’altezza di circa due metri: in gran parte si tratta di goffe riproduzioni (in plastica) trascinate da carrelli nascosti, si intuiscono anche dei costumi in gomma indossati da figuranti. La regia indugia sulle creature con insistenza, e forse non era il caso visto che la tensione di conseguenza affievolisce, la prima incursione-killer è molto classica con la vittima ripresa nella soggettiva del mostro, avvolta nella stretta mortale di tentacoli “vegetali”. I due personaggi del faro, intenti nella “solita” crisi di coppia, si trovano ben presto a fronteggiare le piante carnivore in una situazione d’assedio che anticipa “La Notte dei Morti Viventi” di Romero, per arginare le creature i due cominciano a fissare delle assi a porte e finestre, qui inoltre compare la migliore battuta del film:”E’ come inchiodarsi da soli la bara”. Le scene ambientate nel faro sono dirette da Freddie Francis, non accreditato, uno dei nomi di punta futuri della Hammer, da segnalare gli urli da vera scream-queen dell’attrice ogni qual volta compaiono i simpatici mostri verdi. “
Il Giorno dei Trifidi” prende un’originale piega on the road con Bill e la bambina giunti a Parigi, niente male alcuni scorci aerei della capitale francese dal traffico automobilistico impazzito, entra in scena l’attrice Nicole Maurey alla guida di una magione in campagna trasformata in ricovero per non vedenti. La pellicola inserisce, in maniera timida bisogna dire, un altro motivo destabilizzante con l’arrivo di una banda di galeotti evasi che approfitta del ricovero per abusare delle donne e perdersi nei fumi dell’alcool, non è azzardato pensare che questi personaggi siano i parenti stretti dei motociclisti capeggiati da Tom Savini in “Zombi” (1978). La pellicola in poche parole ha tutte le suggestioni del filone post-apocalittico nonostante non convinca quasi mai sul piano della credibilità, ma questo si può dire di tutte le opere datate, se si può denunciare un’aggravante è che in molte sequenze di pericolo i personaggi sembrano intenti a fare le cose più normali del mondo senza trasmettere un accettabile senso drammatico come, in una delle scene-clou verso il finale, disporre un filo a scariche elettriche intorno a un recinto per fermare un’orda di centinaia di mostri verdi, giunti minacciosi intorno a una villa isolata.
Il finale è come facile intuire molto prevedibile, per certi versi ricorda quello storico de “La Guerra dei Mondi” (1953), anche qui si vede di sfuggita una chiesa, si invoca il nome di Dio e la ricomposizione della famiglia. Insomma, ai nostri giorni “Il Giorno dei Trifidi” rischierebbe il marchio, non proprio benevolo, di opera “neo/teocon”. Per gli appassionati è comunque da non perdere.
Tit. Originale: “The day of the Triffids”
Paese: Inghilterra
Rating: 7/10