Aggiornato il Dicembre 3, 2009 da clickcinema.it
Klaus Kinski tratteggia uno dei migliori personaggi della sua prestigiosa carriera, il bounty killer Tigrero è un villain statuario per crudeltà e cinismo, un uomo freddo e calcolatore che sfrutta l’emanazione delle leggi per compiere violenze a scopo di lucro. La follia dell’attore, riportata da diverse testimonianze sui set di mezzo mondo, in questa occasione si produce, prima dell’inizio riprese, con gli insulti razzisti verso l’interprete di origini ebree Frank Wolff scritturato per il ruolo dello sceriffo Burnett, per motivare la grave uscita Kinski dice di farla apposta per instillare l’odio tra i personaggi di Tigrero e Burnett(!).
Se si vuole trovare un difetto a questo gioiello del western all’italiana è la parsimonia delle sparatorie, quelle presenti sono fulminanti e sanguinose: Silenzio ama umiliare gli avversari tranciando loro i pollici per impedire l’utilizzo delle pistole. Il pistolero muto cova una vendetta personale che sembra coinvolgere l’infido commerciante Pollicut, interpretato dal grande Luigi Pistilli, un uomo che regola il destino di Snow Hill accompagnato dal suo inseparabile aiutante Martin che ha le fattezze del mitico Mario Brega, qui senza barba. L’unica presenza benevola per il solitario Silenzio è la bella vedova di colore Pauline, un’altra caratteristica inusuale, che lo ingaggia per vendicare la morte ingiusta del marito, davvero convincente e intensa la prova dell’attrice Vonetta McGee.
(ATTENZIONE: viene svelato qui di seguito il finale della pellicola!)
E’ impossibile nominare "Il grande silenzio" senza ricordare l’incredibile finale, senza dubbio il migliore momento di un film già di per sé fantastico, una spietata resa dei conti tra Silenzio e Tigrero in una notturna tormenta di neve che vede il pistolero muto, già ferito in precedenza, soccombere sotto una pioggia di proiettili sparati dagli uomini di Tigrero che si riserva di premere il grilletto un ultima volta per il colpo di grazia. Lo shock prosegue con l’esecuzione di Pauline lasciata riversa sul corpo di Silenzio e il massacro dei banditi radunati dopo un’imboscata all’interno del saloon. Difficile ricordare un film(western) dove a vincere sono i cattivi. Brutale e sconvolgente.
Esiste un finale alternativo in cui Silenzio riesce ad avere la meglio, ma il girato è talmente deludente e frettoloso che la produzione, ai tempi, preferisce mantenere la conclusione originale che tutti conoscono. Le bellissime musiche sono di Ennio Morricone, ma cosa si vuole di più?
Paese: Italia
Rating: 9/10