Aggiornato il Settembre 17, 2009 da clickcinema.it
Ambientato a Roma nel quartiere Coppedé nei pressi di piazza Mincio, una location di cui si è servito anche Argento per "L’uccello dalle piume di cristallo" e "Inferno", il film riesce a istillare inquietudine con sequenze girate in pieno giorno, significativo il piccolo incidente occorso a Silvia in un campo da tennis, Barilli sfrutta al massimo una sceneggiatura di ferro scritta di suo pugno e mantiene desta l’attenzione con una regia misurata e abile a ricreare atmosfere pittoriche a lui care che in seguito, anche se il successivo "Pensione paura" (1977) ha i suoi estimatori, non è più riuscito ad eguagliare.
Il clima di paranoia si respira in ogni fotogramma, la figura materna incombe sulla protagonista come un fantasma che si materializza in visioni-allucinazioni favorite da una trama oscura ordita da alcune figure misteriose che gravitano intorno alla ragazza, tra i quali un indecifrabile studioso africano altolocato e una sua collaboratrice cieca con doti da medium, segni e oggetti perduti nell’infanzia riemergono con puntualità sconcertante al punto da gettare sull’orlo della follia la povera Silvia. A peggiorare l’equilibrio mentale della ragazza giunge una bambina (Lara Wendel), la proiezione dell’innocenza perduta, che sembra sbucata da "Alice e il paese delle meraviglie", un personaggio dai connotati sinistri che ricorda le spettrali coetanee di "Operazione Paura" (1966) e "Tre passi nel delirio" (1968).
Oltre al memorabile finale da segnalare la sequenza nella vecchia casa abbandonata, episodi angoscianti impreziositi dalla suggestiva fotografia di Mario Masini e il commento sonoro firmato da Nicola Piovani, elementi che determinano l’evocazione di una paura primordiale strisciante in un contesto moderno e all’apparenza rassicurante. Per molti anni lasciato nell’oblio "Il profumo della signora in nero" ha avuto solo di recente una certa rivalutazione e l’uscita in dvd di cui si consiglia l’acquisto.
Paese: Italia
Rating: 8/10