Aggiornato il Giugno 22, 2010 da clickcinema.it
La pellicola segue binari ben collaudati in quegli anni, i riferimenti massimi restano gli immortali “Alien”, “La cosa”, “Aliens scontro finale”, quindi una buona parte dell’attenzione è rivolta alla descrizione dei caratteri dei protagonisti, già visti negli illustri predecessori e riproposti con minime variazioni, si tratta di una crew di 6 uomini e 2 donne per una prova di cast convincente anche se per certi versi piena di stereotipi, non mancano tra gli altri il medico caustico e cinico, il grande Richard Crenna (“Rambo”), il burbero e muscoloso di colore, una tipa sexy (la meno credibile) con il pallino dello jogging tra i corridoi dell’infrastruttura, l’erotomane “Sixpack” che pensa solo a se stesso, il bravo Daniel Stern ribattezzato nel doppiaggio italiano con l’efficace “trepalle”, ecc.
Quello che dovrebbe rappresentare il maggiore interesse, le manifestazioni mostruose, è in parte deludente nonostante gli effetti speciali siano affidati allo Stan Wiston Studio, il migliore su piazza, se le prime disgustose mutazioni di pustole cutanee e carne decomposta lasciano presagire un orrore senza nome, il mostro che ne consegue avido di corpi che ingloba in un unico involucro organico non è all’altezza della situazione, visto oggi poi appare impietosamente posticcio, senza contare che il ricorso a provvidenziali visioni splatter sono ridotte al minimo necessario (notevole la "bocca" nel palmo della mano di una vittima). Il “Leviatano” non solo è il nome del relitto affondato ma anche la leggendaria creatura di biblica memoria, il rappresentante del Caos primario, un’ispirazione per il regista e Stan Wiston in persona nella creazione del mostro del film.
Peter Weller si ritaglia la parte dell’eroe con fare convincente, non è difficile parteggiare con il risoluto Beck, anche la bella Elizabeth (Amanda Pays) fa capire di essere attratta dal superiore, per fortuna niente e inutile storia d’amore tra i due, all’attrice non viene comunque risparmiata qualche fuggevole scena in cui mostra un fisico in piena forma, anche la sua collega Bowman (Lisa Eilbacher) è parte di attenzioni voyeuristiche (le vengono inquadrati con insistenza i due “pompelmi”, come lei stessa li definisce). L’unico collegamento verso la superficie è il b-movie volto di Meg Foster (“Essi vivono”), la rappresentante della multinazionale di turno senza scrupoli (qualcuno ha detto BP ?!) che vista la mal parata finge l’invio di aiuti ai suoi dipendenti. Il finale non si dimentica ma non per le ragioni intese da Cosmatos che gira l’unica scena in esterni senza un briciolo di pathos, un ultimo confronto tra un pupazzone di gomma e i sopravissuti in pieno oceano veramente assurdo, anche per questo da vedere.
Titolo Originale: "Leviathan"
Paese: U.S.A./Italia
Rating: 6/10